TASSE E BUROCRAZIA IN ITALIA MINACCIANO LO SVILUPPO DELLA FINANZA ALTERNATIVA GREEN, UN SETTORE IN CUI L'ITALIA È OGGI CAPOLISTA IN UNIONE EUROPEA
Nel nostro Paese la finanza alternativa prende il volo: le stime di Ener2Crowd indicano per il 2022 una raccolta di 4,1 miliardi, grazie anche alle nuove regole uguali per tutti i Paesi dell’Ue che consentono alle piattaforme di lavorare contemporaneamente su più mercati. Ma gli operatori italiani sono frenati dal fatto che quelli esteri godono di un regime di tassazione più vantaggioso.
Nel nostro Paese la finanza alternativa prende il volo: le stime di Ener2Crowd, la piattaforma dove le iniziative di finanziamento rigorosamente “green” sono aperte a tutti i cittadini, indicano una raccolta di 4,1 miliardi di euro per il 2022. Sarà così ancora una volta l’Italia a guidare la classifica Ue della «finanza alternativa», seguita da Francia (3,2 miliardi), Germania (2,3 miliardi), Spagna (1,2 miliardi) e Paesi Bassi (1 miliardo). Per analizzare lo scenario, Ener2Crowd.com —la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico— si è basata sui dati di Statista sulle transazioni della «finanza alternativa», ha convertito i valori in euro ed ha calcolato la possibile evoluzione alla luce dell’entrata in vigore della nuova normativa dell’Unione Europea che —riconoscendo la rilevanza economica del crowdfunding— ha fissato regole precise che offrono una grande possibilità di espansione internazionale per le piattaforme. «Grazie alle nuove regole uguali per tutti i Paesi dell’Ue, le piattaforme italiane potranno lavorare su più mercati contemporaneamente e l’Italia è maggiormente pronta a cogliere la sfida poiché il regolamento europeo deriva proprio da quello italiano e trae fortemente ispirazione dall’esperienza del nostro Paese, da sempre culla del diritto» spiega Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.
In questo nuovo contesto normativo, l’Italia è tra i Paesi maggiormente pronti al cambiamento. «E —se da un lato le nuove regole offrono maggiore possibilità di espansione del business— non meno rilevante è la maggiore tutela offerta ai risparmiatori» aggiunge Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd nonché chief analyst del GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde. «Ma ci preme anche sottolineare come la burocrazia derivante dalle leggi italiane possa essere un freno allo sviluppo degli operatori nazionali» mette in evidenza Giorgio Mottironi.
Gli operatori esteri, infatti, potrebbero essere avvantaggiati rispetto a quelli italiani poiché in grado di usufruire di una normativa sulla tassazione differente, molto più semplice e vantaggiosa.
«In Italia i rendimenti provenienti dagli investimenti tramite portali di lending crowdfunding, quando questi sono “agenti di un istituto di pagamento” —e quindi nella maggioranza dei casi— vanno tassati in base all’aliquota irpef della persona e tramite una complicata procedura che vede le aziende che ricevono il prestito agire da sostituti di imposta in sola formula di acconto» spiega il chief analyst del GreenVestingForum.it.
All’estero, invece, questi rendimenti sono equiparati a redditi finanziari e quindi tassati al 26% tramite una semplice procedura eseguita dal portale, il quale si occupa dei versamenti per conto dei propri iscritti, come sostituto di imposta.
«Il rischio è quindi quello di veder fuggire una parte degli operatori ed anche il relativo gettito verso Paesi esteri, lasciando l’Italia indietro sia a livello di ecosistema sia di benefici indiretti che sarebbe in grado di produrre per la collettività» conclude il ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd che dal 2021 è diventata società benefit per meglio perseguire i suoi 3 obiettivi principali: GreenVesting (economia inclusiva e carbon positive), GreenVolution (società equa e consapevole) e GreenEconomy (politica e cultura sostenibile). L’unica piattaforma di crowdfunding energetico ed ambientale — Ener2Crowd.com appunto— è comunque pronta a cogliere la sfida. E d’altra parte sulla piattaforma già ad oggi la componente di investitori esteri pesa per il 4,55% dei volumi, segnando la strada per il nuovo regolamento europeo che permette a tutti i cittadini dell’UE di investire su piattaforme estere, andando a finanziare progetti in altri Paesi.
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