La Fashion Revolution è un movimento presente in oltre 100 paesi e si batte contro la Fast Fashion o “Moda usa e getta” e le conseguenze che ha sull’ambiente
Secondo I dati dell’Environmental Protection Agency Americana, in USA nel 2015 si sono generati 11,9 milioni di tonnellate di rifiuti tessili.
Nel 2018 la nota catena H&M ha prodotto un invenduto pari a 4,3 miliardi di dollari.
Un rapporto Commissione Economica per l’Europa dell’Onu rivela che l’industria della moda sarebbe responsabile del 20% dello spreco globale dell’acqua e del 10% di CO2.
Oltre ai rifiuti tessili, la vera preoccupazione riguarda la sostenibilità dell’industria, specialmente in zone del mondo che non rispettano standard di qualità certificati (come Gots o Fair Trade)
Le coltivazioni, ad esempio di cotone, vengono spruzzate con pesticidi (25% del totale utilizzato in agricoltura in un anno), e per il prodotto finito vengono utilizzati coloranti contenenti metalli pesanti.
Il tutto si traduce in prodotti pericolosi per l’ambiente e per la salute dell’uomo.
Inoltre il personale lavora a condizioni pessime e di semischiavitù, rischiando la vita ogni giorno.
E’ fondamentale leggere attentamente l’etichetta e comportarsi come un consumatore responsabile nel preservare gli indumenti acquistati.
In questo senso la moda circolare in cui un capo usato può trasformarsi in uno nuovo rappresenta una delle soluzioni più accessibili per rispettare l’ambiente che ci circonda.