Combattere gli investimenti nel carbone con Ener2Crowd
L’analisi finanziaria della Global Coal Exit List rivela che due tra le più importanti banche italiane, Intesa Sanpaolo e UniCredit, fra il 2020 e il 2021, hanno aumentato sensibilmente il loro sostegno al combustibile fossile più inquinante, il carbone, contribuendo così all’attuale crisi climatica.
Ma combattere gli investimenti nel carbone è possibile: con Ener2Crowd.
Intesa Sanpaolo
Nello specifico, Intesa Sanpaolo ha quadruplicato i suoi finanziamenti tra il 2020 e il 2021, passando da 449 milioni a 2,1 miliardi di euro.
La banca ha registrato una forte crescita grazie alla sottoscrizione di bond. Parliamo di una delle modalità di investimento tra le meno regolate in circolazione, dato che le società che fanno parte del settore fossile possono impiegare i proventi per scopi generici, il più delle volte il proprio core business.
Uno tra i finanziamenti che fa più discutere è a Sasol, una società multinazionale sudafricana di prodotti chimici ed energetici integrati. 120 milioni di euro nel periodo marzo-maggio 2021, oltre ad altri 200 milioni alla tedesca RWE, che risulta essere tra le società più inquinanti d’Europa, sono le cifre provenienti dall’Istituto bancario torinese.
I prestiti alla compagnia sudafricana rappresentano inoltre una violazione della precedente policy sul carbone concordata a maggio 2020. Infatti questi sono stati concessi poco prima dell’entrata in vigore di quella attuale, datata luglio 2021, che esclude la possibilità di finanziare società intenzionate a espandere il proprio business attraverso la costruzione di nuove miniere, proprio come accade con Sasol.
Unicredit
In quanto a UniCredit, i finanziamenti all’industria del carbone passano da 1,36 a 1,71 miliardi di euro.
La volontà sembrava quella di abbandonare il sostegno a tutti i combustibili fossili, data la nuova policy adottata qualche mese fa, che prevede l’impegno a interrompere ogni finanziamento per progetti di esplorazione di nuove riserve di petrolio.
Ma nella realtà dei fatti questa non viene applicata al supporto generico alle società fossili, tra cui rientra l’industria del carbone. Questo permette quindi di continuare a sostenere direttamente quelle aziende che stanno espandendo il proprio business nel settore, proprio come Sasol e RWE, supportate dall’Istituto milanese, rispettivamente con 136 e 226 milioni di euro ciascuna.
I dati di entrambi gli Istituti bancari appena citati mostravano un trend in calo negli scorsi anni, ma quelli aggiornati non dichiarano lo stesso.
È lecito pensare dunque che il rallentamento nei prestiti da parte di Intesa Sanpaolo nel 2020 ad esempio, non fosse dettato da una volontà di sostegno all’azione climatica quanto piuttosto ad un problema legato alla pandemia.
Net-Zero Banking Alliance
A peggiorare questo quadro poco idilliaco il fatto che dieci delle dodici banche che più finanziano il carbone a livello mondiale fanno parte della Net-Zero Banking Alliance.
Si tratta di un’alleanza sostenuta dalla United Nations Environment Programme Finance Initiative (UnepFi), che ha lo scopo di accelerare la transizione sostenibile dell’economia reale globale all’obiettivo di emissioni zero (net-zero) entro il 2050.
Lo scenario mondiale
La Global Coal Exit List ha preso in esame un totale di 1.032 società del settore carbonifero e i rispettivi sostenitori finanziari: tra queste banche, fondi di investimento e asset manager.
In base ai dati raccolti nella ricerca, si registra un aumento decisamente preoccupante nell’anno 2021: oltre 1.200 miliardi di dollari nel carbone, mentre le cifre all’anno precedente erano intorno ai 1000 miliardi di dollari.
Bastano le banche di soli 6 paesi a finanziare l’86% dei finanziamenti complessivi per l’industria del carbone. Tra questi: Cina, Stati Uniti, Giappone, India, Regno Unito e Canada.
L’importanza della finanza green per combattere l’investimento nel fossile
Le pratiche di greenwashing sembrano essere la principale tutela al finanziamento di combustibile fossile. Risulta doveroso smascherare le grandi realtà che se ne servono per far si che avvenga un’inversione di rotta importante.
Affinchè vengano registrate riduzioni significative e per avere qualche possibilità di raggiungimento degli obiettivi prefissati da Parigi, è fondamentale sensibilizzare i grandi player dello scenario di investimento nel ridurre il sostegno all’industria fossile.
Oltre a combattere gli investimenti nel carbone, è necessario che si registri una forte crescita nei finanziamenti alle energie rinnovabili.
Il mondo della finanza deve accompagnare forzatamente questa crescita e aiutare lo sviluppo di alternative sostenibili.
Per questo utilizzare piattaforme green come Ener2Crowd, è un primo passo per fare la differenza.
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