Il nuovo Regolamento dell'UE sul Crowdfunding e le sue implicazioni
A novembre di quest’anno, dopo un anno dalla pubblicazione e due anni di iter, entrerà in vigore il Regolamento dell’Unione Europea sul Crowdfunding.
L’obiettivo della normativa è duplice: ampliare il raggio d’azione del mercato accessibile e garantire un certo livello di tutela per gli investitori.
Il Crowdfunding
Il Regolamento comprenderà anche nuove forme (non tutte) di crowdfunding rispetto alla normativa italiana. Iniziamo dalle basi: cosa si intende per crowdfunding e come viene comunemente suddiviso.
Il crowdfunding permette a più persone di investire somme di denaro, anche di modesta entità, per finanziare progetti o iniziative di diverso genere, attraverso piattaforme o portali specializzati. Questa forma di finanziamento si è evoluta in varie tipologie che andiamo di seguito a descrivere:
– Equity Crowdfunding: è una forma di crowdinvesting in cui l’investimento avviene attraverso lo scambio di quote societarie delle imprese.
– Lending Crowdfunding: si tratta anch’essa di una forma di crowdinvesting e consiste nella concessione di un prestito che prevede un rimborso e una remunerazione del capitale investito.
– Donation & Reward Crowdfunding: è un tipo di crowdfunding dove viene richiesta una donazione a sostegno di un’iniziativa o progetto che potrà essere accompagnata da una successiva ricompensa. Solitamente la ricompensa coincide con il prodotto o servizio erogato dall’impresa in cui si è investito.
Il Regolamento europeo però prevede solo le forme di finanza alternativa come equity (e debt) e lending crowdfunding, escludendo invece le forme donation & reward based.
Il Regolamento sul Crowdfunding
Con l’entrata in vigore di questo nuovo regolamento la speranza è quella di spalmare i benefici del crowdfunding sull’intero continente europeo. L’Europa è già il terzo mercato mondale per raccolta di crowdfunding, ma il dominio dell’Inghilterra in questo settore comporta una polarizzazione. L’obiettivo è quindi, redistribuire. Negli ultimi anni si sono registrati importanti tassi di crescita in tutta Europa, anche in Italia, con un +95% nel 2018 in Europa continentale. Per permettere questo livello di espansione la normativa ha previsto due obiettivi molto importanti: l’ampliamento del campo d’azione e la tutela degli investitori.
Andiamo a vederli più nel dettaglio.
Ampliamento del campo d’azione
Dall’entrata in vigore del Regolamento le piattaforme europee potranno operare in tutti i paesi europei e gli investitori potranno immettere capitale anche tramite piattaforme di altri Paesi membri. Resta vivo il limite di raccolta di 5 milioni di euro in 12 mesi per singolo proponente (azienda che riceve i fondi), che, secondo la disciplina italiana, se superato consente di entrare nella disciplina MiFID.
Che tipo di cambiamenti porterà nel mercato? Chiaramente una nuova apertura potrebbe portare sia a nuove opportunità che ad un aumento della concorrenza. Questo anche grazie alle scarse barriere all’ingresso, infatti, l’unico requisito necessario è l’autorizzazione da parte di un’autorità nazionale competente: ma in mancanza di risposta dell’ente entro 15 giorni dalla richiesta di estensione l’autorizzazione sarà automaticamente riconosciuta.
Tutela degli investitori
Per la tutela dei privati e degli investitori la normativa prevede il rispetto di una serie di obblighi e requisiti operativi che assicurino la correttezza, sicurezza e serietà delle piattaforme che entrano a far parte del nuovo panorama di investimenti europei.
L’introduzione principale della normativa è l’obbligo per le piattaforme di pubblicare il tasso di default del triennio precedente, con una suddivisione delle categorie di rischio. Altre introduzioni importanti sono:
– Introduzione del concetto di investitore sofisticato e non sofisticato;
– Il rispetto dei principi di correttezza e trasparenza nella piattaforma, con l’obbligo di verificare la completezza ed esattezza delle informazioni condivise;
– Riconoscimento del diritto di recesso dei consumatori;
– Presenza di un meccanismo di simulazione, nella piattaforma, per l’investitore non sofisticato per sostenere le perdite;
– Registro pubblico di tutte le piattaforme abilitate.
In conclusione
La fine di quest’anno e l’inizio del 2022 saranno caratterizzati da questa crescita di potenziale nel mercato finanziario del crowdfunding dove entreranno in gioco le capacità delle piattaforme nazionali di fronteggiare il mercato europeo. Bisogna quindi già prepararsi a cogliere le opportunità che ne derivano, sia per le piattaforme che per gli investitori.
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