Crowdfunding energetico e immobiliare: quale scegliere
In un periodo di incertezza mondiale come quella che stiamo vivendo, trovare risorse per finanziare i propri progetti o investire i propri capitali è diventato molto complicato sia dal lato degli imprenditori che da quello dei risparmiatori. I bassi rendimenti dei depositi bancari e dei titoli di stato, la volatilità dei mercati azionari e la difficoltà dell’accesso al credito hanno spostato l’attenzione di entrambi gli attori verso nuovi strumenti di finanziamento/investimento in grado di raccogliere dal basso le risorse necessarie. Il crowdfunding è diventato in poco tempo uno dei metodi più utilizzati dalle aziende per finanziarsi e per gli investitori per poter ottenere rendimenti alti con un profilo di rischio molto basso.
Anche per quel che riguarda il “principe” degli investimenti privati in Italia, il famoso “mattone”, stiamo assistendo ormai da tempo alla crescita di campagne di crowdfunding immobiliare per progetti anche di grandi dimensioni. Un percorso che va di pari passo con il trend molto più che positivo del settore energia, sempre più stimolato non solo dalle decisioni istituzionali ma anche e soprattutto dalle iniezioni di liquidità che le piattaforme di crowdfunding energetico stanno riversando nel comparto, svolgendo la duplice funzione di raccordo tra domanda e offerta e parte integrante di una nuova visione globale verso la sostenibilità ambientale.
Ma quali sono le differenze tra crowdfunding immobiliare e crowdfunding energetico?
Per prima cosa è necessario sottolineare come in entrambi i settori vi sia la possibilità di scegliere due diverse modalità per approcciarsi a questa nuova metodologia di investimento/richiesta di finanziamento: se optiamo per un equity crowdfunding diventiamo di fatto soci della società richiedente, la quale riconoscerà una quota al finanziatore. Differentemente, con il lending crowdfunding l’investitore ricoprirà il ruolo di creditore e potrà contare sulla restituzione della somma più interessi nei modi e nei tempi prestabiliti dal contratto.
Con l’equity ci si impegna in solido con la società, si partecipa agli utili ma anche alle perdite. Con il lending, invece, non si entra nel capitale e, nel caso di mancata restituzione dei capitali, ci si può rifare sul debitore. Nel primo caso la quota da investire richiesta è di solito maggiore rispetto al secondo.
Il problema del crowdfunding immobiliare riguarda il rischio di insolvenza delle imprese che, sebbene siano controllate con accuratezza in fase di inserimento su piattaforma, possono incorrere in problemi non previsti di natura finanziaria e, data la lunghezza temporale per portare a termine il progetto, di vedere stravolta la situazione iniziale rispetto al momento in cui si è investito nel progetto stesso. Le complicazioni principali sono inerenti al rischio di ritardi nei pagamenti degli interessi (nel caso di lending) conseguenti alla burocrazia, alla chiusura dei lavori e, soprattutto, alla ricollocazione degli immobili.
Con il crowdfunding energetico, invece, tali difficoltà sono superabili per la natura stessa dei progetti coinvolti che hanno una velocità di realizzazione maggiore rispetto a quelli immobiliari, una stabilità finanziaria propria del comparto più solida e tempi di pagamento interessi ridotti. Inoltre, la situazione attuale del settore energetico e la forte spinta verso la sostenibilità sotto lo stimolo istituzionale, rendono tuttociò che riguarda la green economy un’opportunità di investimento a lungo termine, decorrelata non solo dall’andamento dei mercati azionari ma anche da eventuali crisi immobiliari e da quella famosa bolla che gli analisti paventano costantemente.
Come detto in precedenza, il rischio più grande per chi investe nel crowdfunding immobiliare è relativo al timing: sia nel caso di utili (equity) che in quello di restituzione capitali più interessi (lending) sebbene il contratto stabilisca termini molto chiari, esiste sempre l’incognita dell’invenduto e la lentezza burocratica che altro non fa che allungare i tempi per vedere i frutti del proprio investimento. A questo si aggiunge anche il rischio di svalutazione della proprietà in corso d’opera per eventi del tutto imprevedibili, aggiornamenti normativi e sofferenza del mercato di riferimento.
Investendo nell’energia, invece, significa in questo momento sfruttare l’opportunità che i trend di crescita delle rinnovabili stanno mostrando, ottenendo alti rendimenti con un profilo di rischio basso e assente dalle problematiche presenti nel comparto immobiliare. Inoltre potendo accedere a progetti sostenibili di dimensioni variabili è possibile diversificare il proprio portafoglio su diverse soluzioni con ritorno di interessi (nel caso del lending) costante nel tempo. In questo modo si può ottenere un ritorno consistente anche investendo capitali di media portata.
Se poi non riusciamo proprio a rinunciare a indirizzare i risparmi verso il settore immobiliare, anche in questo caso la sostenibilità offre la possibilità di poter investire indirettamente attraverso la riqualificazione di edifici già esistenti e l’efficientamento energetico, contando sui vantaggi offerti dall’attuale Ecobonus e Superbonus.
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