Il record degli eco investimenti in Italia
La crescente sensibilità sulle tematiche ambientali deve essere affiancata necessariamente da strategie aziendali che pongano in essere un cambiamento dei paradigmi preesistenti sotto il profilo del reperimento energetico e della produzione industriale.
In questo senso,
l’Italia e le sue imprese hanno da tempo intrapreso la via giusta per uno sviluppo sostenibile. A rivelarlo uno studio condotto dalla Fondazione Symbola e Unioncamere che nel decimo rapporto GreenItaly ha evidenziato come gli eco investimenti abbiano raggiunto il 21,5% (con un incremento di 7,2 punti rispetto al 2011).
In particolare, nel settore manifatturiero, nel quale l’Italia è uno dei leader europei e mondiale, la proporzione è ancora più alta con il 35,8% che ha intrapreso una direzione green.
Anche per quanto riguarda l’aspetto occupazionale, il trend è più che positivo, con un 2018 che ha visto i green jobs toccare quota 3 milioni e superarla.
Ad oggi tale fetta rappresenta il 13,4% del totale con unincremento dello 0,4% rispetto al 2017.
Sono infatti oltre 432mila le imprese che nel periodo 2015-2018 hanno investito o intendono farlo entro la fine del 2019, in tecnologie e prodotti con bassa emissione di CO2, risparmio energetico e rispetto ambientale (quasi 1 su 3).
Questo tipo di occupazione, inoltre,
confrontando i dati del 2018 con quelli del 2017 ha visto un incremento di 100mila unità (+3,4%), di molto superiore al +0,5 di altre figure professionali.
Inoltre, nei prossimi 5 anni, l’economia green offrirà un’opportunità di lavoro su cinque sia nel privato che nel pubblico.
Il rapporto GreenItaly ha focalizzato poi l’attenzione sulla produzione di rifiuti e sulla registrazione di brevetti green.
Anche in questo senso i dati a disposizione sono confortanti per l’Italia: il nostro Paese è infatti il più efficiente nella riduzione dei rifiuti con una produzione di 43,2 tonnellate per milione di euro rispetto alle 54,7 spagnole, 63,7 del Regno Unito, 67,4 in Germania e 77,4 in Francia.
Per quanto riguarda i brevetti, il trend è positivo con un numero complessivo di 3500 brevetti, che
rappresentano il 10% del totale europeo e un incremento del 22% nel periodo 2006-2015. In questo senso, l’Italia si pone al terzo posto dopo Cina e Giappone per numero di certificazioni ISO 14001 (standard di gestione ambientale).
A dare la spinta verso gli eco investimenti,
come evidenziato anche dal segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, sono le imprese degli Under 35 che nella metà dei casi hanno puntato su un’economia sostenibile e circolare.
La conversione aziendale verso un approccio sostenibile e rispettoso dell’ambiente è la vera sfida del futuro prossimo e, in questo scenario, l’Italia si sta muovendo e si è mossa con largo anticipo rispetto alle altre economie europee.
Il buon esempio e la consapevolezza di quanto sia importante investire nella Green Economy sono la chiave per ottenere vantaggi competitivi e crescita economica.
Gli imprenditori italiani lo hanno capito e lo stanno capendo. E non può che essere una bella notizia.
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