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Lo sviluppo delle rinnovabili in Italia

Quando parliamo di sviluppo dell’energie rinnovabili in Italia è difficile capire a che punto siamo. Molti parlano di grandi progressi e molti altri di quanto ancora ci manca al raggiungimento degli obiettivi.

Chi ha ragione? Purtroppo (o per fortuna) entrambi.

L’Italia ha una buona percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili. Inoltre, è il secondo paese in Europa per quanto riguarda le l’innovazione tecnologica in quest’ambito. Ma il problema resta, lo sviluppo delle rinnovabili è ancora troppo lento e burocratizzato, non sufficiente a raggiungere gli obiettivi necessari.

Sviluppo delle energie rinnovabili in Italia

Oggi, in Italia sono 1,1 milioni gli impianti da fonti rinnovabili installate in tutto il territorio, e sono in grado di soddisfare quasi il 40% dei consumi elettrici totali del Paese e il 19% dei consumi energetici complessivi.

Sembrano numeri molto positivi, ma nel 2020 le nuove installazioni hanno subito un duro colpo con un -35% rispetto al 2019. La potenza installata ha raggiunto i 785 MW, molto al di sotto del traguardo per raggiungere gli obiettivi 2030.

In Italia c’è un grande problema legato agli incentivi e alla burocrazia, e la conferma arriva anche dall’ultima asta indetta dal Gse in cui solo il 12% della capacità offerta è stata coperta da imprese green.

Ogni tipo di tecnologia ha avuto uno sviluppo diverso con i propri vantaggi e le proprie problematiche. Andiamo a vedere più nel dettaglio:

Sviluppo del Fotovoltaico

L’anno scorso è stato il fotovoltaico a guidare la classifica delle nuove installazioni con una potenza installata di 625 MW (su 785 MW totali), ma anche il solare ha visto un calo nel trend delle installazioni di -15% rispetto al 2019.

Gli impianti di piccole e medie dimensioni prevalgono, con il 40% del totale delle installazioni con una potenza inferiore ai 20 kW, ovvero impianti domestici probabilmente spinti da incentivi come Ecobonus e Superbonus 110%. Mentre gli impianti di grandi dimensioni (superiori ad 1 MW di potenza) non superano il 19% delle installazioni.

Sono presenti però numerosi problemi. Esistono ancora diversi vincoli e lungaggini burocratiche per cui lo sviluppo degli impianti risulta ancora lento. Gli incentivi sono scarsi, soprattutto per le aziende. Solo il 7% della generazione fotovoltaica italiana proviene da tetti di edifici commerciali ed industriali, risultando in un terribile spreco che si verifica a causa delle scarse agevolazioni che non permettono la produzione e la condivisione di surplus.

Sarebbe importante puntare sul repowering e il revamping (ovvero rimodernamento delle strutture) per aumentare la resa energetica degli impianti utilizzando meno spazio.

sviluppo rinnovabili Italia

Sviluppo dell’Eolico

L’installazione di nuovi impianti eolici è precipitata drasticamente, registrando un -75% rispetto al 2019, con una potenza di installazione di appena 85 MW nel 2020.

É evidente come l’assenza dei meccanismi di accesso diretto abbia quasi azzerato le installazioni mini-eoliche, mentre gli impianti di taglia superiore ai 5 MW restano interessanti per gli operatori, ma, ancora una volta, decisamente rallentati dalla burocrazia.

Sviluppo dell’Idroelettrico

L’energia idroelettrica è l’unica fonte ad aver visto una crescita nel 2020, con un +60% rispetto al 2019, ma la potenza installata resta scarsa (66 MW). Anche questo è un settore che beneficerebbe di incentivi e velocizzazioni per le autorizzazioni, ma è anche un settore altamente sviluppato in Italia.

L’idroelettrico, infatti, è stata la prima fonte di produzione elettrica nazionale fino al 1966 e ad oggi copre il 40% dell’energia rinnovabile italiana (più di eolico e solare insieme). Ma gli impianti sono vecchi e obsoleti, l’età media di un parco idroelettrico è 70 anni.

Sarebbe necessario un rimodernamento delle vecchie strutture con un occhio più consapevole sul benessere dei fiumi italiani. Per troppo tempo è stato trascurato questo problema che rischia di alterare notevolmente gli ecosistemi circostanti.

Sviluppo delle Bioenergie

Lo sviluppo delle bioenergie è calato del 59% rispetto al 2019, con un totale di 8 MW di potenza installata nel 2020. Dato positivo o negativo?

Da un lato ormai sappiamo che è scorretto definire che le bioenergie siano a zero emissioni, dall’altro i livelli di CO2 sono decisamente inferiori ai combustibili fossili ed al gas e sarebbe un peccato non poter utilizzare gli scarti delle lavorazioni o dell’agricoltura.

Per questo le biomasse dovrebbero essere lavorate e prodotte solo in ottica di riduzione degli sprechi, non come puro sostituto ai combustibili fossili. Ovviamente il dibattito è molto ampio.

sviluppo rinnovabili Italia

Lo sviluppo delle rinnovabili in Italia non è sufficiente

Abbiamo visto i numeri, ora guardiamo gli obiettivi.

Il nuovo Green Deal europeo impone all’Italia l’installazione di una potenza complessiva che si aggira intorno a 6.500 MW l’anno. Con un ritmo di installazione di 785 MW registrati nel 2020 il mismatch è evidente. Se dovessimo proseguire di questo passo si stima il raggiungimento degli obiettivi 2030 non prima del 2085.

Sarebbe necessaria una crescita del 175% delle nuove installazioni di rinnovabili per raggiungere gli obiettivi al 2030 e forse, non sono sufficienti i 5,9 miliardi messi a disposizione dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Su cosa dovremmo puntare?

Legambiente crede sia necessario spingere su 10 punti:

  1. Semplificazione degli iter burocratici e regole certe;
  2. Partecipazione dei territori;
  3. Eliminare e rimodulare tutti i sussidi, diretti e indiretti, alle fonti fossili;
  4. Spingere in sistemi di accumulo e sui pompaggi;
  5. Promuovere progetti di agrivoltaico;
  6. Spingere per la realizzazione di progetti di eolico a terra e in mare;
  7. Accelerare negli investimenti nella rete di trasmissione e distribuzione;
  8. Spingere l’elettrificazione delle città;
  9. Regia di controllo sulle risorse del Recovery Plan;
  10. Sviluppare esclusivamente l’idrogeno verde.

Tutti punti sui cui è necessario lavorare, ma senza il contributo e il finanziamento anche da parte di aziende e singoli cittadini sarà una strada molto difficile da percorrere.

 

 

 

 

 

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