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Le energie del futuro

Le energie rinnovabili sono il futuro e rappresenteranno la principale forma di energia utilizzata dall’industria in diversi settori.

A dirlo, il report “The Future of Renewable Energy” di Acuris per lo Watson Farley & Williams attraverso una serie di interviste fatte a 150 tra investitori, produttori e finanziatori.

Secondo lo studio, le energie rinnovabili vedranno un incremento esponenziale nel breve e nel lungo periodo, supportato anche dai dati del 2018 che hanno rilevato investimenti a livello globale per 290 miliardi di euro, mentre in Italia abbiamo avuto un volume di oltre 1,2 miliardi distribuiti tra fotovoltaico e eolico.

E’ stato evidenziato, inoltre, che il continente europeo è più pronto rispetto all’Asia  nel poter fare a meno di quelle famose sovvenzioni o incentivi che per anni nel passato hanno trainato il mercato dell’energia pulita.

Nello specifico, il 70% degli intervistati ritiene superflua a livello di volume di investimenti la sospensione degli incentivi, un 82% ha dichiarato che in assenza di sovvenzioni, aumenterà anche la disponibilità di prestiti da parte di enti erogatori e banche.

Diversamente, per l’Asia, si avrà un effetto negativo e un riduzione di nuovi impianti.

Il 47% ha, inoltre, dichiarato di aver già effettuato investimenti nelle rinnovabili, a riprova della vitalità e dell’impulso di un mercato destinato a crescere, le cui potenzialità sono praticamente infinite.

A trainare il volume degli investimenti sono anche le decisioni e le prospettive dei Governi,  sempre più decisi e intenzionati a porre in essere misure restrittive che possano convertire e rendere sostenibile il settore energetico.

In queste senso, molti imprenditori stanno già abbandonando le centrali che si basano sui combustibili organici, anche grazie al progresso tecnologico in continuo fermento.

L’86% degli intervistati ha dichiarato, infatti, che negli ultimi 2 anni ha finanziato o sviluppato progetti di questo genere.

Ulteriore spinta del mercato energetico delle rinnovabili proviene dalla natura geografica del nostro Paese caratterizzata da alto irraggiamento e ventosità che permette grandi margini di sviluppo per quel che riguarda il fotovoltaico e l’eolico.

Le criticità, invece, riguardano la lentezza dell’iter amministrativo per ottenere le autorizzazioni a costruire.

Uno dei nostri diretti concorrenti, come la Spagna per esempio, ha una velocità media è di 12/18 mesi per l’approvazione, mentre in Italia si è arrivati ad aspettare, in casi estremi, fino a 10 anni.

Per quanto riguarda il mercato italiano, grande importanza avranno i Power Purchase Agreements, ovvero contratti a lungo termine della durata di minimo 10 anni in cui l’acquirente, attraverso idonee garanzie, è in grado di assicurare il pagamento, fisso o variabile, da corrispondere al produttore e consentire la finanziabilità degli impianti.

In quest’ottica sarà fondamentale l’offerta di contratti in linea con le esigenze delle innumerevoli piccole medie imprese del nostro territorio che hanno una domanda di energia relativamente contenuta.

Al riguardo, infatti, secondo gli intervistati, una delle cause principali che scoraggiano le imprese ad entrare nel mercato dell’energia rinnovabile è proprio dovuta all’impossibilità di rispondere alle richieste delle PMI.

Per risolvere la problematica, si sta pensando ad alternative quali gruppi d’acquisto aziendali.

La reperibilità dell’energia, in un futuro in cui la domanda sarà sempre più consistente, è la chiave che farà la differenza per la competitività delle aziende.

Investire nelle rinnovabili permette un progressivo abbattimento dei costi, una disponibilità praticamente illimitata e una possibilità di sviluppo tecnologico esponenziale, senza contare le implicazioni ambientali che, di pari passo, vedranno un trend positivo per quel che riguarda la riduzione di emissioni e di inquinamento.

 

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